AGI – Con il procedere dello scrutinio diventa sempre più plausibile l’ipotesi che per l’elezione del nuovo sindaco di Crotone si dovrà andare al ballottaggio tra il candidato del centrodestra Antonio Manica e Vincenzo Voce , sostenuto da una coalizione di liste civiche. Fuori dai giochi, invece, il centrosinistra che ha candidato a sindaco Danilo Arcuri, espressione del Partito democratico che tuttavia, a causa dei tanti dissidi che hanno caratterizzato la vigilia elettorale, per la prima volta non ha potuto sventolare neppure il proprio simbolo e ha dovuto schierare una lista civica. Una vera e propria Caporetto per la sinistra in un città che un tempo era considerata una roccaforte inespugnabile, nella quale per trent’anni l’allora Partito comunista italiano, che alle elezioni amministrative non scendeva mai al di sotto del sessanta per cento dei voti, eleggeva sindaci ma anche deputati e senatori. Una forza che al Pci derivava anche dalla massiccia presenza operaia, migliaia di lavoratori impiegati negli stabilimenti industriali Montedison, Pertusola e Cellulosa Calabra che alla città fecero guadagnare l’appellativo di Stalingrado del Sud; un’epoca nella quale nella centrale piazza Pitagora arrivavano il segretario generale della Cgil Luciano Lama o quello del Partito comunista Enrico Berlinguer.
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