Roma. Seduto su un divanetto del Transatlantico, Dario Galli allarga le braccia con aria scettica: “Mi sembrerebbe clamoroso, ma del resto dopo aver chiesto ai nostri senatori di mettere le loro firme, si è rotto un tabù”. Il “clamoroso”, per dirla con le parole dell’ex viceministro dello Sviluppo,
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