Icbpi e CartaSì cambiano nome. Nasce nexi, che vuole essere la paytech delle banche





L’Istituto Centrale delle Banche Popolari (Icbpi), la società leader in Italia nel settore della monetica, pagamenti e securities services, che controlla CartaSì, cambia nome e diventa nexi, a indicare che ormai il gruppo è molto diverso da quello che era in origine, quando nel 1939 è stato fondato Icbpi e nel 1985 è nata CartaSì. Oggi il gruppo gestisce 27 milioni di carte di pagamento e 2,7 miliardi di transazioni ogni anno, conta  su 733 mila punti vendita convenzionati in Italia e vanta 120 miliardi di euro transati. L’idea è diventare la paytech delle banche, cioè il partner per sviluppare soluzioni fintech nel settore dei pagamenti e il nome, nexi, contiene la parola “next” come futuro e innovazione, ma anche come vicinanza alle banche e a milioni di cittadini ed esercenti. Contiene inoltre la X, che appariva nel simbolo di Icbpi, e la sonorità della “i” di cartaSì. L’annuncio è stato dato lo scorso venerdì 10 novembre alla stampa, a margine di una convention a cui hanno partecipato 250 rappresentanti delle 150 banche partner del gruppo, in una giornata che segna il lancio di tutta una serie di prodotti e servizi nuovi, così come l’amministratore delegato Paolo Bertoluzzo aveva già anticipato lo scorso febbraio, quando, fresco di nomina a capo dell’azienda, aveva presentato il piano industriale 2017-2021. Un piano che prevede investimenti per oltre un miliardo di euro nello sviluppo di tecnologie innovative, per l’inserimento di nuove competenze, e per lo sviluppo della partnership con le banche (si veda altro articolo di BeBeez)

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Pubblicato il: 13 Novembre 2017

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