Corsa a quattro per salvare le cucine Snaidero





Snaidero, il noto marchio italiano di cucine con sede a Majano (Udine) , è nel mirino dei fondi Pillarstone Italy e Idea Ccr e di due soggetti industriali cinesi, di cui uno sviluppatore immobiliare, che inserirebbe le cucine del gruppo friulano nelle abitazioni che va costruendo. Lo ha scritto Reuters nelle scorse settimane, precisando che la data di presentazione delle offerte originariamente fissata per il 31 luglio è slittata in avanti perché i potenziali acquirenti hanno chiesto più tempo per definire le proposte. Il presidente e amministratore delegato Edi Snaidero ha dato mandato a Kpmg Corporate Finance di curare il processo di selezione delle offerte per il gruppo che opera attraverso le linee business to consumer (marchi Snaidero, Rational, Arthur Bonnet, Comera e Regina) e business to business e che è indebitato nei confronti di Intesa Sanpaolo, Mps, Bnl, Banco Popolare e Unicredit. Il debito di 114 milioni di euro era stato peraltro dimezzato due anni fa e riscadenziato sino al 2020, a seguito della cessione appunto nell’agosto 2015 dell’intera partecipazione del 70% di Fdb (la divisione di distribuzione di cucine in franchising cui facevano parte i marchi Ixina, Cuisines Plus e Cuisines References) al gruppo industriale tedesco Nobilia (che nel 2009 aveva comprato per 20 milioni un primo 30%). Edi Snaidero in quell’occasione aveva dichiarato al Il Gazzettino che, a seguito della vendita, il fatturato del gruppo si sarebbe ridotto da 180 a 130 milioni di euro, ma che il decremento sarebbe stato recuperato grazie all’implementazione di un nuovo piano triennale di sviluppo. Il gruppo ha poi chiuso il 2016 con 126,6 milioni di euro di ricavi e un ebitda tornato positivo per 2,5 milioni, ma il debito resterebbe tuttora attorno ai 25 milioni

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Pubblicato il: 21 Agosto 2017

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