Il margine di un sistema naturale rappresenta una zona di confine con un altro sistema adiacente, per essere più chiari il margine è generalmente una fascia di transizione in cui si sommano gli effetti e l’energia di due diversi sistemi e per questo motivo diventa molto interessante poter usufruire dei benefici di entrambi. Questo concetto è uno dei principi della permacultura, ma non è un’idea originale, fa parte, invece, di un corredo culturale e sociale molto antico, che è stato intelligentemente ripreso da chi ha poi sviluppato i metodi della permacultura (Bill Mollison). La scala di applicazione del concetto di margine è estremamente variabile: la linea di costa, ad esempio, è una zona di confine che separa l’area continentale da quella marina, e inteso in questo modo un margine può essere considerato esteso anche per migliaia di chilometri. Alla stessa maniera, però, anche una siepe frangivento di qualche decina di metri può rappresentare una zona di margine per il nostro appezzamento di terra, il passaggio tra un bosco e un pascolo o anche quello tra orto e frutteto. In queste zone di bordo si ritrovano gli elementi di due diversi sistemi, climi diversi che interagiscono, terreni diversi, energie che si sommano e biodiversità che aumenta in modo consistente. Le zone di margine, quindi, sono molto ricche sia dal punto di vista energetico sia per quanto riguarda la disponibilità delle risorse, non è un caso che la maggior parte degli insediamenti umani fin dalla preistoria sia sorto in queste aree (pensiamo agli insediamenti costieri o a quelli ai margini di un bosco).
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