ROMA – “Uno strumento ottico calibrato che serve a inventare una particolare percezione delle cose”. Così lo scrittore e critico letterario Giorgio Vasta ha voluto descrivere, sul Venerdì, il romanzo d’esordio di Luciano Funetta, edito dalla casa editrice Tunué. Di Dalle rovine hanno parlato anche Stefano Salis sul Sole 24 Ore, definendolo “un’allucinata narrazione erotica, gotica e nevrotica” e Marcello Napoli su Il Mattino, riconducendo il romanzo a “un lungo viaggio tra le emozioni primitive dell’Es”. Sono molti i letterati, i giornalisti e i critici che hanno scritto con grande favore del primo romanzo di Luciano Funetta, classe 1986, componente del collettivo di scrittori TerraNullius: “un sogno perturbante, un’allegoria che racconta prigioni fisiche e mentali” ha scritto Alberto Sebastiani su La Repubblica, e “la voce di solitudini infinite che si incontrano per puro caso e che invece di sparire si moltiplicano”, Manuel Caserta su L’Espresso. Tutti hanno apprezzato l’esordio narrativo di Funetta, nessuno ha ancora ascoltato il reading concerto in cui l’autore si fa voce narrante accompagnato dalle luci, dalle proiezioni e dalle sonorizzazioni degli ANURA (Raffaele Schiavoni e Damiano Tatulli). L’autore presenterà in anteprima la sonorizzazione della sua opera sabato 23 aprile dalle 21 al Teatro del Lido di Ostia all’interno della rassegna curata dal Territorio Narrante
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