Lo scorso 2 aprile si è celebrata la nona edizione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, sindrome definita dagli esperti come una combinazione tra predisposizione genetica o ereditarietà e molteplici cause esterne, molte delle quali sconosciute. Esistono, infatti, infinite combinazioni della sindrome del Disturbo dello Spettro Autistico (DSA) i cui sintomi, si sa, compaiono di solito entro i primi tre anni. Sebbene l’autismo continui, quindi, ad essere un disturbo spesso difficile da diagnosticare e su cui rimane molto ancora da scoprire, alcuni recenti studi internazionali hanno aperto nuove interessanti prospettive che evidenziano come un’alterazione del microbiota intestinale, cioè il patrimonio genetico dei batteri che servono al nostro organismo per i processi vitali, strettamente correlata allo sviluppo neuro-comportamentale sia un fattore determinante nello sviluppo dei sintomi dell’autismo. I dati di ricerche nel modello animale, in bambini con disturbi dello spettro autistico e nei loro familiari hanno dimostrato che sintomi gastrointestinali e alterazioni nel microbiota siano spesso associati a disturbi neuro-comportamentali nei pazienti affetti da autismo
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