«Sul piano morale, c’è disaccordo anche su quali trattamenti sia lecito sospendere affinché la malattia faccia il suo corso» premette Demetrio Neri, docente di bioetica dell’Università di Messina. Influenti teorie sostengono, per esempio, che la nutrizione artificiale è sempre dovuta. Quando la morte è causata dalla sospensione dei trattamenti, si parla di eutanasia passiva: «Il termine però non si usa più nei codici deontologici» spiega Neri. «La pratica oggi rientra tra i diritti della persona». Il suicidio assistito (o morte assistita) consiste invece nel somministrare al paziente consenziente una dose letale di un farmaco, ed è contro la legge in Italia e in molti paesi del mondo (è permesso invece in Svizzera).DOVE SI PUO’Le richieste di essere «aiutati» a morire senza dolore o agonia, quando la malattia non lascia più speranze, sono in aumento. Ma si contano sulle dita delle mani i Paesi che aiutano gli ammalati a morire.L’Oregon lo fa e ogni anno pubblica online un report dettagliato.
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