La vita sociale ci allunga la vita





Le persone sposate tendono a morire più tardi e ad ammalarsi meno rispetto ai single. Diversi studi hanno dimostrato nei passati 20 anni l’importanza di una buona rete sociale per la salute. In realtà però quello che hanno ipotizzato è l’esistenza di un’associazione tra una buona quantità di amicizie e rapporti sociali e, genericamente, una buona salute. Restava da misurare questo impatto per dimostrarne la causalità: avere più amici, migliori rapporti con i genitori, una buona relazione sentimentale migliora la salute? Quanto e in che modo esattamente?Rispondono di sì gli autori di uno studio appena pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) che “integra prospettive disciplinari sociali e biologiche con la ricerca per esaminare come le relazioni sociali ‘penetrino sotto la pelle’ per influenzare il benessere fisiologico man mano che le persone invecchiano”. Combinando i dati e armonizzando le misurazioni di quattro grandi indagini rappresentative della popolazione americana con un innovativo design longitudinale, lo studio sostiene di poter fornire le prove che mancavano sui meccanismi biologici che collegano le relazione sociali con la salute nel corso della vita.Spiegano i ricercatori dell’Università del Nord Carolina a Chapel Hill nell’introduzione dell’articolo scientifico di aver valutato l’associazione di entrambe le dimensioni, strutturale e funzionale, delle relazioni sociali (integrazione sociale, sostegno sociale e tensione sociale) con alcuni biomarcatori di salute fisica misurati in maniera oggettiva (proteina C-reattiva, la cui presenza nel sangue è indice di un processo infiammatorio in corso, pressione sistolica e diastolica, circonferenza della vita, indice di massa corporea) per ogni fase della vita, tra cui adolescenza e gioventù, mezza e tarda età, e confrontato tali associazioni in tutti gli stadi della vita.Un lavoraccio, che però ha permesso loro di scorprire che un grado di integrazione sociale più elevato è effettivamente associato a un minor rischio di “problemi” fisiologici con un rapporto dose-risposta valido sia tra i giovani sia tra le persone mature.

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Pubblicato il: 11 Gennaio 2016

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